Cos'è l'INCONSCIO COLLETTIVO secondo Jung

  • Jul 26, 2021
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Cos'è l'inconscio collettivo secondo Jung?

Il concetto di Jung dell'inconscio collettivo distingue la sua psicologia non solo da quella di Freud, ma da tutte le altre. Implica l'esistenza di un legame tra l'individuo e l'umanità concepita come totalità, un legame che non può essere compreso in un quadro meccanicistico, ma è in stretto accordo con la concezione sistemica di mente.

Fu un sogno che condusse Jung al concetto di inconscio collettivo. Sognava di visitare una vecchia casa e sapeva che era la sua casa, ma si rese conto che non la conosceva. Scopri polverose e vecchie aperture, ambienti, ripostigli. Il più vecchio, il più nuovo per lui.

In questo articolo di Psicologia-Online, approfondiremo insieme questo concetto per capire meglio cos'è l'inconscio collettivo secondo Jung?.

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Indice

  1. Cos'è l'inconscio collettivo secondo Carl Jung?
  2. Esempi di inconscio collettivo
  3. Differenza tra inconscio personale e inconscio collettivo

Cos'è l'inconscio collettivo secondo Carl Jung.

L'inconscio collettivo è un concetto della psicologia analitica coniato da Carl Gustav Jung, che lo metteva di fronte all'inconscio personale freudiano, considerandolo condiviso da tutti gli uomini e derivato dai loro comuni antenati attraverso i cosiddetti archetipi.

Una delle scoperte più suggestive di Jung è l'aver localizzato in profondità le immagini della psiche arcaico, gli archetipi, costituenti di un mondo a se stesso e al quale la psiche stessa prende per vita mentale e sentimentale.

Mentre per Platone gli archetipi sono le idee, i tipi o i modelli originali delle cose, per Jung sono forme senza contenuto che rappresentano la possibilità di un certo tipo di percezione e azione. Vediamo le caratteristiche degli archetipi secondo Jung:

  • L'archetipo è una figura mitologica, una sorta di risultato di innumerevoli esperienze tipiche di tutte le generazioni passate.
  • In ciascuno di questi archetipi c'è un frammento della psicologia umana e del destino, un frammento dei dolori e delle gioie che sono accaduti più e più volte.
  • Jung considera questi archetipi come parte dell'inconscio collettivo e che da lì parte l'individuo. Proiettano le loro immagini sull'inconscio collettivo e, attraverso le stesse immagini o altre rappresentazioni simboliche, passano dall'inconscio collettivo all'inconscio individuale.

Così come l'ambiente familiare e i primi anni di vita sono fondamentali per le "immagini" e gli "stati" che influenzeranno lo sviluppo psichico, l'inconscio collettivo è alla base della vita psichica dell'individuo, con quelle forme istintive che sono rappresentate anche in immagini mitiche che ne costituiscono il bagaglio essenziale.

Esempi di inconscio collettivo.

Jung porta come esempio dell'esistenza dell'inconscio collettivo il suo esperienza con un paziente schizofrenico e il storia di una visione-allucinazione che questi descrivono guardando il sole. Lo psicologo, però, scoprì solo quattro anni dopo, in un testo del filologo A. Dieterich, detto "Eine Mithrasliturgie", che il racconto dell'illusione di questo suo paziente coincideva con un antico rituale mitriaco riportato nel Papiro Leida.

Infatti, secondo l'intuizione di Jung, alcuni simboli arcaici e modelli di comportamento fanno da sempre parte del patrimonio umano e possono essere canalizzati dalla psiche individuale, sia nelle forme più arcaiche e incomprensibili per l'uomo civilizzato, come nel caso delle visioni e a partire dal allucinazioni schizoide e nei rituali più accettabili e aderenti ai valori dell'epoca storica.

Differenza tra inconscio personale e inconscio collettivo.

Cos'è l'inconscio personale e collettivo? Jung si è distinto di conseguenza due regni della psiche inconscia: un inconscio personale che appartiene all'individuo e un inconscio collettivo che rappresenta uno strato più profondo dell'umanità. L'idea stupefacente di Jung è che ricorrano, in effetti, agli archetipi che strutturano una dimensione della psiche che egli definisce come l'inconscio collettivo, un sfera psichica e innata che permea l'inconscio individuale, che estrae l'inconscio personale di ogni individuo in ogni epoca e in certi termini.

In una conferenza del 1936 per la Società Abernethian al St Bartholomew's Hospital di Londra, Carl Jung ha chiarito come la sua definizione di inconscio collettivo differisse dall'inconscio personale:

  • Cos'è l'inconscio per Jung? Una parte della psiche che può essere distinta dall'inconscio personale per il fatto che non deve la sua esistenza all'esperienza personale e, quindi, non è un'acquisizione personale.
  • Mentre l'inconscio personale è essenzialmente costituito da contenuti un tempo consci, ma poi scomparsi dalla coscienza perché dimenticati o eliminati, i contenuti dell'inconscio collettivo non sono mai stati nella coscienza. Pertanto, non sono mai stati acquisiti individualmente, ma devono la loro esistenza esclusivamente all'ereditarietà.
  • L'inconscio personale consiste principalmente di complessi. Invece, il contenuto dell'inconscio collettivo è essenzialmente costituito da archetipi.

Possiamo capire meglio cos'è l'inconscio individuale e collettivo se pensiamo all'inconscio individuale come a una radice che affonda in profondità L'essere umano e nell'inconscio collettivo come la pianta che da essa germoglia, con l'insieme di rami e foglie che si intrecciano con altri rami e foglie, formando un bosco. Oppure considerare l'inconscio collettivo come un grande fiume che scorre toccando ogni punto delle sue sponde con la stessa acqua.

Questo articolo è puramente informativo, in Psicologia-Online non abbiamo il potere di fare una diagnosi o consigliare un trattamento. Ti invitiamo ad andare da uno psicologo per curare il tuo caso particolare.

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Bibliografia

  • Capra, F. (2008). Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente. Milano: Feltrinelli.
  • Marni (2019). Inconscio collettivo di Jung. Nascita, Formulazione, Significato. Recuperato da: https://www.guidasogni.it/2019/05/20/inconscio-collettivo/
  • Partini, A. m. (1996). Il sogno e il suo mistero. Tradizione, Psicologia, Divinazione. Roma: Edizioni Mediterranee.
  • Pergola, C. (2014). La ricerca di un'etica per tutti. Il Divino oltre Dio. I Diritti oltre i fondamentalismi. Roma: Armando Editore.
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